ciclo produttivo

Il vino che esce dalle nostre cantine è il nostro vino. Frutto dei raccolti delle uve delle nostre terre. Siamo noi a coltivare i vitigni. Siamo noi a selezionare le uve. Siamo noi a pigiare. Siamo noi a imbottigliare.
L’intero ciclo produttivo dei nostri vini gravita intorno alle nostre cantine.
In linea retta dal produttore al consumatore.

La lavorazione, nel corso dei decenni, è andata perfezionandosi sempre più.
Grazie ad un costante lavoro di ricerca. Alle risorse investite. Al coraggio di cambiare. Alla voglia di progredire. Alla perenne irrequietezza di una passione viva che non ci farà mai sentire arrivati. Perché si può e si deve sempre fare meglio. Nuove tecnologie, nuovi processi, nuovi macchinari. L’evoluzione è continua. E i risultati si vedono. Soprattutto, si sentono.

L’imbottigliamento è l’ultimo passaggio di un lungo percorso di lavorazione e selezione. Sono quasi mezzo milione gli ettolitri di vino prodotti. E solo la parte migliore viene messa in bottiglia. Una garanzia di qualità che rappresenta un tratto distintivo della nostra cantina. Insieme alle nostre vendemmie e ai nostri stabilimenti dove passato, presente e futuro si fondono in un processo produttivo in continuo divenire.
Perché anche al meglio non c’è mai fine.

pigiatura

L’uva conferita viene rovesciata nella vasca e convogliata alle pigiatrici all’interno delle quali avviene lo schiacciamento degli acini e il distacco dei raspi.

I raspi separati dal pigiato sono inviati con impianto a coclee in contenitori per lo smaltimento. Il pigiato può essere lavorato in due modi differenti.

1. Inviato ai vinificatori, all’interno dei quali si ha la cosiddetta MACERAZIONE: le bucce rilasciano, nella frazione liquida del mosto, le loro sostanze, tra le quali il colore. A seconda del tipo di vinificazione (in rosso, rosato, bianco) le bucce restano a contatto col mosto per più o meno tempo.

2. Inviato direttamente alla presse pneumatiche, dal pigiato si ottiene il mosto fiore rosato e il mosto di pressatura, più scuro, per poi essere raccolti in vasche separate per la chiarifica e la refrigerazione prima della fermentazione alcolica.

Le vinacce esaurite con l’operazione di pressatura devono a loro volta essere avviate alla distillazione o a stabilimenti di produzione enocianina.

pigiatura

L’uva conferita viene rovesciata nella vasca e convogliata alle pigiatrici all’interno delle quali avviene lo schiacciamento degli acini e il distacco dei raspi.

I raspi separati dal pigiato sono inviati con impianto a coclee in contenitori per lo smaltimento. Il pigiato può essere lavorato in due modi differenti.

1. Inviato ai vinificatori, all’interno dei quali si ha la cosiddetta MACERAZIONE: le bucce rilasciano, nella frazione liquida del mosto, le loro sostanze, tra le quali il colore. A seconda del tipo di vinificazione (in rosso, rosato, bianco) le bucce restano a contatto col mosto per più o meno tempo.

2. Inviato direttamente alla presse pneumatiche, dal pigiato si ottiene il mosto fiore rosato e il mosto di pressatura, più scuro, per poi essere raccolti in vasche separate per la chiarifica e la refrigerazione prima della fermentazione alcolica.

Le vinacce esaurite con l’operazione di pressatura devono a loro volta essere avviate alla distillazione o a stabilimenti di produzione enocianina.

fermentazione

Il mosto chiarificato viene spostato nei serbatoi di fermentazione se destinato alla produzione di vino; nelle vasche di refrigerazione se destinato alla produzione di filtrato dolce, oppure direttamente in autoclave per la produzione di vino frizzante.

La fermentazione alcolica avviene grazie a lieviti selezionati.

Il termine della fermentazione si ha con l’esaurimento degli zuccheri e con il mosto iniziale divenuto vino. Si procede quindi a un primo travaso per separare il prodotto più limpido dalla parte più torbida (feccia).

A seguire è necessaria la centrifugazione: è l’operazione che consente la separazione dei solidi sospesi nel vino in seguito alla fermentazione alcolica con la quale il vino si presenta più o meno torbido.

La filtrazione è la fase successiva alla centrifugazione ed ha lo scopo di brillantare il vino; avviene utilizzando un filtro ad alluvionaggio con l’ausilio di farine fossili che trattengono le particelle microscopiche ancora in sospensione e rendono il vino limpido (filtrazione brillantante). L’altra filtrazione avviene con i nuovi filtri tangenziali.

fermentazione

Il mosto chiarificato viene spostato nei serbatoi di fermentazione se destinato alla produzione di vino; nelle vasche di refrigerazione se destinato alla produzione di filtrato dolce, oppure direttamente in autoclave per la produzione di vino frizzante.

La fermentazione alcolica avviene grazie a lieviti selezionati.

Il termine della fermentazione si ha con l’esaurimento degli zuccheri e con il mosto iniziale divenuto vino. Si procede quindi a un primo travaso per separare il prodotto più limpido dalla parte più torbida (feccia).

A seguire è necessaria la centrifugazione: è l’operazione che consente la separazione dei solidi sospesi nel vino in seguito alla fermentazione alcolica con la quale il vino si presenta più o meno torbido.

La filtrazione è la fase successiva alla centrifugazione ed ha lo scopo di brillantare il vino; avviene utilizzando un filtro ad alluvionaggio con l’ausilio di farine fossili che trattengono le particelle microscopiche ancora in sospensione e rendono il vino limpido (filtrazione brillantante). L’altra filtrazione avviene con i nuovi filtri tangenziali.

vini frizzanti

La fermentazione ad opera dei lieviti aggiunti nel taglio base determina il consumo delle sostanze zuccherine e la formazione di anidride carbonica.

L’anidride carbonica provoca sovrappressione la quale genera spuma. La presa di spuma avviene a T° controllata compresa fra 16-20°C in particolari recipienti chiusi, chiamati Autoclavi. La CO2 prodotta durante la presa di spuma rimane disciolta nel vino creando così le famose “bollicine” del Lambrusco.

Al raggiungimento della sovrappressione e del calo del contenuto zuccherino voluto si opera, per bloccare la presa di spuma, il raffreddamento del vino frizzante da 16-20°C abbassando il prodotto a 0°C.

Terminata la presa di spuma segue la centrifugazione per rendere il vino frizzante nuovamente limpido, segue la stabilizzazione tartarica a freddo e infine la filtrazione brillantante per l’imbottigliamento. Questo avviene utilizzando una riempitrice isobarica per mantenere le bollicine disciolte nel vino.

Le bottiglie, rigorosamente nuove, vengono sciacquate con acqua sterile e il vino viene microfiltrato ( si evita così la pastorizzazione che riduce la qualità del vino) per impedire una eventuale rifermentazione del vino stesso una volta imbottigliato (quando non voluta come invece per il fermentato in bottiglia).

Segue la tappatura con tappo sughero, l’applicazione del la gabbietta e della capsula, l’etichettatura e il confezionamento delle bottiglie all’interno dei cartoni.
Tutta la produzione è tracciata dall’ingresso delle uve in cantina fino allo scaffale.

vini frizzanti

La fermentazione ad opera dei lieviti aggiunti nel taglio base determina il consumo delle sostanze zuccherine e la formazione di anidride carbonica.

L’anidride carbonica provoca sovrappressione la quale genera spuma. La presa di spuma avviene a T° controllata compresa fra 16-20°C in particolari recipienti chiusi, chiamati Autoclavi. La CO2 prodotta durante la presa di spuma rimane disciolta nel vino creando così le famose “bollicine” del Lambrusco.

Al raggiungimento della sovrappressione e del calo del contenuto zuccherino voluto si opera, per bloccare la presa di spuma, il raffreddamento del vino frizzante da 16-20°C abbassando il prodotto a 0°C.

Terminata la presa di spuma segue la centrifugazione per rendere il vino frizzante nuovamente limpido, segue la stabilizzazione tartarica a freddo e infine la filtrazione brillantante per l’imbottigliamento. Questo avviene utilizzando una riempitrice isobarica per mantenere le bollicine disciolte nel vino.

Le bottiglie, rigorosamente nuove, vengono sciacquate con acqua sterile e il vino viene microfiltrato ( si evita così la pastorizzazione che riduce la qualità del vino) per impedire una eventuale rifermentazione del vino stesso una volta imbottigliato (quando non voluta come invece per il fermentato in bottiglia).

Segue la tappatura con tappo sughero, l’applicazione del la gabbietta e della capsula, l’etichettatura e il confezionamento delle bottiglie all’interno dei cartoni.
Tutta la produzione è tracciata dall’ingresso delle uve in cantina fino allo scaffale.